Avvisi dal 28 maggio al 4 giugno 2023

 Dom 28 – Pentecoste 

- a Rebbio, ore 10: S. Messa con celebrazione dei Battesimi.

- a Camerlata, ore 15: celebrazione della Cresima e Prima Comunione, presiede don Flavio Feroldi.

Mar 30 – a Rebbio, ore 21: incontro preparatorio festa anniversari matrimonio.

Gio 1 – a Rebbio, ore 15: Gruppo Anziani.

- a Rebbio, ore 18: Gruppo Accoglienza.

Ven 2Primo venerdì del mese - a Rebbio: dalle ore 17 Adorazione Eucaristica; ore 20.30: Santa Messa, a cui segue adorazione fino alle ore 22.

- a Marina di Massa: matrimonio di Mattia Legnaioli e Carola Monti (via Magni 7).

Da venerdì 2 a domenica 4 – a Rebbio: “Festa dell’Alebbio”

Sab 3 – a Vedano al L.: matrimonio di Edoardo Ghezzi e Giulia Maggi (via Lissi 39).

Dom 4 – Santissima Trinità

- a Rebbio, ore 10: S: Messa e “Festa degli anniversari di matrimonio”. Le coppie che intendono partecipare alla festa possono lasciare il nominativo in sacrestia.

In prospettiva:

Domenica 11 giugno è sospesa la messa delle ore 10 a Camerlata. Siamo tutti invitati a partecipare alla Prima messa di don Roberto Stimamiglio nella chiesa di Rebbio (vedi programma all’interno del foglietto).


ROSARIO DEL MESE DI MAGGIO 2023

Lunedì 29

ore 20.30: via Giussani (Edificatrice)

Martedì 30

ore 20.30: via Bernardoni (Bettoldi)

Mercoledì 31

ore 20.30, presso i Missionari Comboniani: S. Rosario a chiusura del “mese di maggio”, con le Comunità migranti e don Roberto Stimamiglio.


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Il prete che vorrei…

Dono ricevuto, condiviso e moltiplicato

     Innanzitutto è necessario essere riconoscenti per il dono che ci viene fatto, un dono che possiamo raffigurare come una dinamica a spirale ascendente che, innalzandosi, si allarga sempre più. È un dono che ha diversi protagonisti, nel ruolo sia di donatori sia di riceventi. L’iniziativa, come sempre, è di Dio: è Lui l’origine e la causa di questa dinamica. È Dio che chiama, è Lui che sceglie, propone e offre a una persona – in questo caso il “nostro” Roberto - il dono di diventare suo collaboratore nell’opera di salvezza attraverso il servizio (questo il significato – da non dimenticare - della parola “ministero”) ordinato. 
    Il dono ricevuto a sua volta diventa tale nella misura in cui il ricevente si dona agli altri ossia alla Chiesa in generale e a una comunità particolare: quella assegnatagli per mandato del vescovo. Coloro che, partecipando di tale comunità, ricevono questo dono, a loro volta dovrebbero diventare dono per il prete che ricevono e con lui moltiplicare ulteriormente il dono attraverso il servizio ai membri della comunità stessa e, più in generale, a favore di tutti coloro che abitano in quel territorio. 
     Se così fosse, ognuno - il prete e ogni membro della comunità - sarebbe al contempo colui che, ricevendo, diventa a sua volta trasmettitore di un dono che non può tenere solo per sé. Se questa dinamica si dovesse interrompere in uno dei suoi passaggi, il dono cesserebbe di essere tale e, trasformandosi in possesso, finirebbe per diventare pretesto per un privilegio, per l’esercizio di un potere, o per l’occupazione di un ruolo. Soprattutto, s’interromperebbe quella dinamica, quella corrente viva che costituisce la storia della salvezza. La quale, peraltro - come ben ci mostrano le pagine della Bibbia -, continuerebbe comunque, anche senza coloro che sono stati chiamati a collaborarvi. Perché è Dio il Signore della storia, ed è Lui l’unica salvezza dell’umanità.
Alfredo Pozzi

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