Comunicato stampa: La Como umana della Comunità Pastorale Rebbio - Camerlata
COMUNICATO STAMPA:
La Como umana della Comunità Pastorale Rebbio - Camerlata
L’assemblea della Comunità Pastorale di Rebbio e Camerlata, riunitasi nei giorni 12 e 13 settembre 2025, intende esprimere la propria totale condivisione del pensiero del parroco, don Giusto Della Valle, espressa nel suo recente editoriale sul periodico "Il Focolare".
Le sue parole, riportate anche da diversi media, sono state fonte di dibattito e hanno stimolato la nostra riflessione. L’assemblea invita tutte le persone a rileggere attentamente il testo originale, per coglierne il profondo significato: la richiesta alle istituzioni di assumere una posizione chiara e agire con urgenza di fronte a una situazione internazionale inaccettabile.
L'editoriale di don Giusto mette in luce, tra l’altro, la drammatica situazione in Palestina, con particolare riferimento a Nablus, città gemellata con Como. Negli ultimi mesi, la città è stata teatro di continui raid da parte dell'esercito israeliano, con arresti, perquisizioni e uccisioni. Il 6 settembre 2024 la giovane attivista turco - americana Aysenur Ezgi Eygi è stata uccisa da un colpo alla testa da parte di un cecchino israeliano durante una manifestazione pacifica contro alcuni insediamenti illegali a sud di Nablus. Più recentemente, in data 27 agosto 2025, l’invasione della città da parte delle Forze di Difesa di Israele (IDF) ha provocato ottanta feriti.
Eppure davanti a tanta sofferenza ricordiamo come durante il consiglio comunale del 17 febbraio 2025 alla richiesta di esprimere solidarietà alle città gemellate di Nablus in Cisgiordania e Netanya in Israele, la giunta abbia risposto con un netto no. L'assemblea si unisce all’auspicio di don Giusto affinché l’amministrazione comunale riprenda i contatti con le città gemelle, in particolare con Nablus, dando un segnale forte di solidarietà e attivazione concreta verso le popolazioni coinvolte, così duramente provate.
Il pensiero di don Giusto rispecchia l’impegno della nostra comunità, che in città sperimenta quotidianamente quella "Chiesa ospedale da campo" tanto voluta da Papa Francesco. Le nostre attività, non solo attraverso l’accoglienza, cercano ogni giorno di sanare le ferite dei più fragili, supplendo spesso a funzioni pubbliche e favorendo l'integrazione e la coesione sociale. In un mondo che presenta preoccupanti segnali di indifferenza e colpevole passività, le parole del nostro parroco sono un potente stimolo per evitare chiusure e non smarrire il senso di comunità.
Per noi, il rispetto e l'amore per il prossimo sono valori evangelici fondamentali. Come ci ricorda il Vangelo di Matteo: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7,12). Questo principio guida la nostra azione quotidiana e ci spinge a promuovere il dialogo, il confronto e l'ascolto.
La nostra comunità pastorale crede fermamente nella corresponsabilità tra istituzioni, parrocchie, associazioni, enti del terzo settore e cittadini. Solo lavorando insieme possiamo raggiungere obiettivi condivisi: garantire a tutti un'abitazione, un lavoro, aprire luoghi di aggregazione, favorire una vera integrazione tra culture, favorire il dialogo intergenerazionale. L'impegno per la "polis", la città, deve orientarsi al bene comune e non temere la dialettica, ma usarla per ricomporre il tessuto sociale e dare risposte concrete alle aspettative delle persone.
L’assemblea della Comunità Pastorale di Rebbio e Camerlata
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testo della riflessione di don Giusto su Il Focolare
Como, città disumana
L’intolleranza si fa strada nei nostri quartieri: è necessario ritrovare umanità.
La politica che è anche l’arte di guidare una città è tra i servizi più importanti in una collettività. Io credo e collaboro con le istituzioni che guidano una città, una provincia, una regione e l’Italia. Abbiamo da più parti sollecitato a chi guida la città e la Provincia di Como un aiuto per le popolazioni ucraine. Risposta quasi nulla: Como disumana.
Recentemente si è chiesto un ristabilimento di contatti con la città di Nablus – Palestina e Netanya – Israele, contatti morti negli anni, ma che in tanti consideriamo un piccolo segno per prendere parte alle sorti di Israele e Palestina. Risposta nessuna: Como disumana.
Di fronte ad un mondo sempre più villaggio globale la città di Como si sta chiudendo tra lago e colline. “Semm cumasch” tanto sventolato significa siamo chiusi, disumani? Ricordate la pubblicità sui bus della nostra città: “Como città fratelli tutti”? La nostra città va piuttosto nella direzione del “nemici tutti”, basti vedere il bassissimo profilo dialogico dei consigli comunali, o dell’“indifferenti tutti”, “passivi tutti” o altro.
Alcune migliaia di persone che viviamo a Como crediamo e agiamo fermamente nella costruzione di una città di Como fraterna, ma facciamo una gran fatica a dialogare e men che meno identificarci in chi guida la città. Ricordo il sindaco La Pira di Firenze, faro che illuminava la città, punta avanzata di civiltà a cui tendere.
Avanza poi un altro segno di disumanità a Como: l’intolleranza o quasi per i bambini che giocano e fanno rumore sotto casa, per i giovani rumorosi che giocano a pallone nei nostri quartieri, per chi fa anima- zione di quartiere accompagnata a “rumore positivo”. Certo gli orari, i “volumi” vanno rispettati ma nella città avanza una corrente intollerante al “rumore positivo” dei nostri bambini e giovani. È il preludio di una città “casa di Riposo”, certo è un segno preoccupante di una Como disumana. Qualcuno ha dimenticato di essere stato bambino, ragazzo e giovane.
Benvenuti i bambini, ragazzi, giovani, associazioni che con i loro canti, giochi, feste rendono umana la nostra città.
don Giusto Della Valle
Grazie don Giusto del tuo esempio di intelligenza e fraternita'
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